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Un fringe benefit è una forma di retribuzione non in denaro destinata al dipendente di un’azienda. Buoni acquisto, auto aziendale, cellulari e abitazioni possono essere alcuni esempi di questi vantaggi che vengono inseriti nel welfare aziendale. Rappresentano, inoltre, uno strumento efficace per attrarre, motivare e trattenere i talenti all’interno di un’organizzazione.


Scopriamo nel dettaglio cosa sono i fringe benefit, quali sono quelli più diffusi, quando sono soggetti a tassazione e quando non lo sono.

Significato di fringe benefit 

A livello letterale, il termine “fringe benefit” contiene al suo interno due vocaboli inglesi: “fringe” (“frangia” ma anche “margine”) e “benefit” (“vantaggio”, “beneficio” o “profitto”). Si potrebbe quindi tradurre il termine come “profitto a margine”, e infatti i fringe benefit consistono in una forma di compenso supplementare non monetario offerto ai dipendenti. Nel nostro Paese, la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n 137/E del 29 maggio 2009 li definisce come “vantaggi accessori” e come “compensi in natura, consistenti in beni o servizi, anche prodotti dallo stesso datore di lavoro, ovvero in sconti particolari sull’acquisto di tali beni e servizi”.


Questa tipologia di pacchetto retributivo “extra” nasce nel corso della seconda metà del Novecento negli Stati Uniti, quando la crescita economica ha generato una maggiore prosperità e una competizione tra le aziende per attirare e trattenere talenti. Nel corso degli anni, i fringe benefits sono mutati per soddisfare le esigenze e le preferenze dei lavoratori moderni.

Esempi di fringe benefit 

I fringe benefits possono variare in base alle politiche e alle esigenze dell’azienda, tuttavia, alcune delle tipologie più comuni sono le seguenti:

  • Auto aziendale  
  • PC, smartphone e tablet 
  • Buoni pasto 
  • Borse di studio per i dipendenti e i loro familiari 
  • Prestiti agevolati 
  • Immobili in locazione, comodato d’uso o uso 
  • Assistenza sanitaria 
  • Acquisto di azioni societarie 
  • Voucher per l’acquisto di beni, servizi o prestazioni anche ripetute nel tempo (es: abbonamenti in palestra).

I vantaggi dei fringe benefit per le aziende 

L’obiettivo dei fringe benefit è quello di migliorare la soddisfazione e la fidelizzazione dei dipendenti, oltre ad attrarre e trattenere talenti nell’azienda. Da un lato, i dipendenti ricevono un maggior valore aggiunto sul lavoro, dall’altro, le aziende possono ottenere un maggior impegno e motivazione dei propri collaboratori, nonché una maggiore fedeltà aziendale nel lungo termine.


L’implementazione di questi benefit aziendali, quindi, consente all’azienda di migliorare la propria strategia di employer branding, favorire il business e, infine, generare un circolo virtuoso di consolidamento del brand e della fiducia del cliente. In generale, i fringe benefit rappresentano un’ottima strategia di marketing e di comunicazione aziendale. 

A livello pratico, però, esistono anche dei vantaggi fiscali connessi ai fringe benefit. Vediamo quali.

La tassazione dei fringe benefit 

Solitamente, i fringe benefit vengono utilizzati dalle aziende per diminuire il carico contributivo e fiscale che ci sarebbe, invece, se la somma corrispondente venisse versata al dipendente come compenso in denaro.  

I fringe benefit possono essere riconosciuti anche al singolo lavoratore in accordo con il datore di lavoro e sono esclusi dal concorso alla formazione del reddito da lavoro dipendente se globalmente inferiori, nel periodo d’imposta, a 258,23 euro (art. 51, comma 3, TUIR). Se, invece, questo importo viene superato, il valore complessivo dei fringe benefit concorre per intero a formare reddito da lavoro dipendente e pertanto è soggetto interamente a tassazione.  

Nel 2022, il Decreto-legge Aiuti quater ha innalzato tale limite a 3.000 euro per il relativo periodo di imposta. Tuttavia, nel 2023 questa soglia è diventata applicabile solo per i dipendenti con figli a carico, mentre per tutti gli altri lavoratori si è tornati alla soglia di esenzione di 258,23 euro.


Un caso particolare è quello della tassazione dell’auto aziendale. Se l’auto viene utilizzata solo per motivi lavorativi non è soggetta a tassazione, mentre le cose cambiano in altri due casi:

  • Se viene utilizzata per uso promiscuo (personale e lavorativo): concorre alla formazione del reddito in base a un criterio forfettario stabilito dall’articolo 51, comma 4, lett. A del TUIR e che prende in considerazione il costo chilometrico relativo alla tipologia di autovettura (individuabile tramite le tabelle ACI) e una percorrenza annuale convenzionale di 15.000 km.
  • Se viene utilizzata per motivi personali: il veicolo è soggetto a tasse e contributi per l’intero “valore normale”.

Conclusioni 

Riassumendo, i fringe benefit – come i buoni pasto – rappresentano uno strumento ideale per le realtà che vogliono potenziare il benessere lavorativo dei propri collaboratori e aumentarne il benessere organizzativo, la vera chiave nell’incremento delle performance aziendali.

Repas è un partner solido e affidabile per la fornitura di buoni pasto e servizi welfare. Grazie ai buoni pasto Repas le aziende possono permettere ai dipendenti di ricevere un supporto concreto al reddito familiare.  

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