In quali casi la mensa aziendale è obbligatoria? Questa è una domanda assolutamente legittima, sapendo che tutti quanti hanno bisogno di consumare dei pasti durante la giornata. Il diritto di effettuare un pasto durante l’orario lavorativo, però, non coincide automaticamente con un obbligo per il datore di lavoro di garantire una mensa aziendale ai propri dipendenti. Vediamo, quindi, cosa sono le mense aziendali e se in Italia esiste un obbligo a partire dalla normativa attualmente in vigore.
Come funziona una mensa aziendale
Una mensa aziendale è un servizio di ristorazione messo a disposizione dalle aziende per i propri dipendenti, al fine di fornire loro pasti durante l’orario di lavoro. Il servizio di mensa aziendale interna può essere effettuato direttamente dall’azienda o dato in appalto a imprese specializzate.
Le mense possono essere situate sia all’interno dei locali delle aziende, sia in locali esterni di proprietà di terzi.
Esistono inoltre mense interaziendali, che forniscono cioè un servizio a dipendenti di più aziende.
Obbligo di mensa aziendale o di pausa pranzo?
Prima di tutto, vediamo in quali casi è bene porsi il problema dell’obbligatorietà della mensa aziendale. La questione non si pone infatti per chi effettua dei turni lavorativi molto corti, o per chi fa un turno spezzato, lavorando per esempio durante la mattina e poi durante la sera: in quel caso, molto semplicemente il pasto verrà consumato nel tempo libero. Diversa è invece la situazione di chi presenta un turno di lavoro che coincide con l’orario tipico del pasto, e quindi tipicamente tra le 11 e le 14. Ecco, in questi casi la pausa pranzo diventa obbligatoria. Più nello specifico, il decreto legislativo 8 aprile 2003, numero 66, chiarisce che ogni lavoratore ha diritto alla pausa pranzo in tutti quei casi in cui la prestazione di lavoro ha una durata superiore a 6 ore continue. Ecco che allora il datore di lavoro in questi casi è obbligato a concedere una pausa per consumare un pasto: la durata di questo stop può essere decisa dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento oppure, in mancanza di regole dedicate, dallo stesso datore di lavoro. Questo è però l’unico reale diritto dei lavoratori per quanto riguarda il pasto sul lavoro: non esiste quindi nessuna legge che obbliga l’impresa a predisporre una mensa aziendale.
La mensa aziendale non è obbligatoria: ecco cosa dice la legge
Quindi sì, esiste il diritto alla pausa pranzo nel caso di turno di lavoro di oltre 6 ore, ma non esiste nessun obbligo di presenza di mensa aziendale. Questo non vuol dire che ogni impresa può automaticamente trascurare del tutto la gestione della pausa pranzo dei propri dipendenti. Il testo unico sulla sicurezza sul lavoro, ovvero il decreto legislativo 81/08, pone l’obbligo per le aziende con oltre 30 dipendenti di fornire all’interno della propria sede uno spazio da utilizzare come refettorio. Si intende quindi un ambiente in cui i lavoratori possano consumare i pasti in modo confortevole e sicuro, in presenza quindi di sedie e di tavoli, con una buona areazione, con riscaldamento durante i mesi freddi, con sufficiente illuminazione e con un buon livello di pulizia.
Nessun riferimento viene invece fatto all’effettiva fornitura di pasti: di sala pranzo si parla, ma non di cucina, né di addetti mensa o simili. Se ne desume allora che, al di là dell’obbligo di ambiente refettorio per le aziende con oltre 30 dipendenti, il datore di lavoro può decidere di non allestire nessun servizio di mensa aziendale interna.
Senza mensa aziendale: buoni pasto o indennità sostitutiva di mensa
Se non esiste un vero obbligo di mensa aziendale, è però vero che in alcuni casi come contratti collettivi nazionali, contratti individuali di lavoro o accordi sindacali, il datore di lavoro è tenuto a erogare buoni pasto per l’acquisto di pasti pronti o prodotti alimentari o un’indennità sostitutiva di mensa. Nei casi diversi da quelli appena elencati, invece, non esiste nessun obbligo né relativo alla distribuzione di buoni pasto, né alla disposizione di un’indennità, che diventa quindi una libera scelta del datore di lavoro.
È del resto noto che, distribuendo dei buoni pasto Repas come benefit da erogare in mancanza di una mensa, l’azienda può contare su una tassazione agevolata (grazie alla detrazione dei buoni pasto), su maggiore flessibilità oraria delle pause pranzo e su un più alto livello di soddisfazione dei lavoratori. A differenza dell’indennità di mensa, va sottolineato, i buoni pasto non concorrono a formare il reddito del lavoratore e sono soggetti a esenzione fiscale fino a 4 euro per i buoni cartacei e fino a 8 euro per i buoni elettronici.
Riassumendo, non esiste nessun obbligo di fornire mensa aziendale: è però certo che i pratici buoni pasto elettronici o cartacei, da spendere al bar, al ristorante e al supermercato, sono molto apprezzati dai dipendenti, con ricadute positive sull’employee engagement, sull’employer branding e sulle performance lavorative.