Mettere il benessere dei collaboratori al centro per aumentare la motivazione, ridurre il tasso di turnover e incrementare le performance. Sono sempre di più le aziende che mettono in campo strategie orientate al benessere dei dipendenti, sapendo che queste possono portare a delle virtuose situazioni win-win. Di certo gli strumenti a disposizione non mancano: si pensi agli accordi di lavoro flessibili, alle attività di team building, alla distribuzione dei benefit più apprezzati dai collaboratori, come i buoni pasto Repas.
Una delle leve più efficaci per accrescere la soddisfazione e la motivazione dei dipendenti è certamente il premio di risultato, anche detto premio di produzione. Ma in cosa consiste nel concreto? E come è possibile sfruttare questo strumento con ulteriori vantaggi per i dipendenti come per l’azienda? Vediamo in che modo la conversione del premio di risultato in welfare può portare a una preziosa detassazione.
Cos’è il premio di risultato, in breve
Prima di concentrarsi sulla detassazione del premio di risultato è bene spiegare cosa si intende nello specifico con questa soluzione. Il premio di produzione o di risultato è uno strumento a disposizione dell’azienda, erogabile come integrazione in busta paga – e quindi come aggiunta straordinaria alla normale retribuzione mensile – in seguito al miglioramento delle performance oppure al raggiungimento di un obiettivo fissato dall’azienda. Si tratta di somme dall’ammontare variabile, che hanno lo scopo di riconoscere il merito dei collaboratori, di mostrare gratitudine per il loro impegno, e così via. Molto spesso, sia i termini di erogazione del premio di risultato sia l’entità stessa della somma vengono concordati in precedenza con i dipendenti.
È molto importante a questo punto capire qual è la fiscalità di questo strumento. Il premio di risultato è soggetto a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali del 5%, al di sotto di un limite complessivo di 3.000 euro, e solamente per l’anno 2023. Questa imposta sostitutiva in precedenza era fissata al 10%, e il passaggio al 5% è figlio della Legge di Bilancio del 2023: non è quindi da escludere che dal 2024 si torni al 10%.
Va inoltre sottolineato che l’agevolazione dell’imposta viene riconosciuta – a partire dal gennaio del 2017 – unicamente ai dipendenti del settore privato che, nell’anno precedente, hanno registrato redditi da lavoro dipendente non superiori agli 80.000 euro.
Il premio di risultato convertito in welfare: i vantaggi per l’azienda
Per quale motivo, visto quanto detto finora, un’azienda dovrebbe accarezzare l’idea della conversione del premio di risultato in welfare? È molto semplice: convertire il premio di produzione in flexible benefit permette una totale esenzione della contribuzione INPS, con un notevole risparmio per l’azienda. Prima di procedere con la visione dei benefici per l’impresa e per i dipendenti del premio di risultato convertito in welfare, è bene sottolineare che la decisione di procedere con la conversione spetta in ogni caso ai collaboratori. E ancora, è utile sapere che la possibilità di detassare il premio di risultato attraverso la traduzione in welfare è stata introdotta fin dalla Legge di Stabilità 2016.
Per capire i vantaggi di questo passaggio per le aziende possiamo fare un esempio semplificato: un’azienda che decide di erogare a dei dipendenti un premio di produzione pari a 2000 euro netti per premiare la chiusura di un gran numero di contratti, dovrà affrontare dei costi totali maggiori ai 2.000 per dipendente, perché dovrà prevedere il versamento dei contributi e il calcolo del TFR. Convertendo il premio di risultato in welfare, invece, si possono eliminare i costi aggiuntivi e la computabilità ai fini del calcolo del TFR, con un risparmio per le aziende varia tra il 30% e il 40% del costo complessivo, e sortendo, però, i medesimi risultati in termini di motivazione e soddisfazione. Risultati che in realtà potrebbero essere perfino maggiori, grazie ai benefici per i dipendenti della conversione in welfare del premio di produzione.
La conversione del premio di risultato in welfare: i benefici per i lavoratori
Convertire il premio di produzione permette di abbattere il cuneo fiscale, con il valore messo a disposizione dei collaboratori che non risulta essere soggetto né a Irpef, né ai contributi previdenziali. Ogni lavoratore può quindi beneficiare dell’intero valore del premio, optando per convertirlo in benefit come buoni acquisto o carburante, prestazioni, opere o servizi.
Diversa sarebbe la situazione classica del premio di risultato in busta paga, avendo in quella sede a che fare con il 10% dell’Irpef agevolata e con oltre il 9% dei contributi.
Sembra, dunque, conveniente per entrambe le parti optare per l’erogazione dei premi mediante flexible benefit. Da un lato si abbatte il cuneo fiscale, dall’altro aumenta il potere di acquisto reale.